Le regole della vendetta by Fulvio Luna Romero

Le regole della vendetta by Fulvio Luna Romero

autore:Fulvio Luna Romero [Romero, Fulvio Luna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2024-03-07T18:00:36+00:00


* * *

Quando il cancello della villa di Di Paola si apre, avanzano lenti lungo il vialetto circondato dagli alberi. Superano due uomini armati poco più che ventenni, i volti butterati. Gente che Alar non ha mai voluto nemmeno vedere ma che Di Paola si tiene vicino più per esibizionismo che per una reale esigenza.

Scendono dall’auto e sentono il vociare proveniente da dove si trova la piscina.

«Oggi Scarface ci riceve con la puzza di cloro?»

La battuta di Daniel è la prima frase pronunciata da quando sono partiti. Non smorza una tensione che è evidente.

Di Paola li vede arrivare mentre parla con Aricò. Accanto a loro c’è l’immancabile Alar, in piedi, con lo sguardo fisso sui due.

Ci sono due sedie libere accanto al tavolo di teak.

«Sedetevi. E ditemi cosa sta succedendo.»

Il capo è insolitamente controllato. Pessimo segnale.

«Non hanno venduto, Santo. Seimilacinquecento euro in tutto, briciole. E non abbiamo capito perché.»

Di Paola si guarda le mani rovinate da anni di malta e mattoni.

«Non avete capito perché… Eppure è il vostro lavoro capire perché. Voglio dire, io vi pago per capire perché.»

Daniel già annusa che la situazione si sta mettendo male.

Perché Di Paola ha due modi diversi di incazzarsi: quello esplosivo e quello progressivo.

Il primo è devastante, ma il secondo è ancora peggiore: pare un’onda che inizia a caricare, lo si vede mentre accorcia il respiro e indurisce i lineamenti, il tono della voce sale e si fa tagliente, gli occhi cattivi. E inizia da subito a fare paura, mentre l’onda parte. E a terrorizzare, quando l’onda si infrange.

«Abbiamo radunato tutti, ci siamo fatti raccontare le cose, ma dicono semplicemente che non c’è stata richiesta.»

«Hai capito, Edoa’? Non c’è stata richiesta.»

Tiene gli occhi fissi sui due, mettendoli a disagio.

«Io penso una cosa. Perché io penso, sapete? Sembro un cretino, ma penso.»

Aricò sorride, ma forse è più teso dei gemelli: anche lui percepisce l’arrivo della tempesta.

«Io penso che se una squadra non funziona come si deve, bisogna cambiare l’allenatore. Lo fanno tutti, nel calcio. Magari è sbagliato, ma molto più… efficace, diciamo. Perché cambiare tutti i giocatori è un casino. Meglio provare con l’allenatore. Poi, come dice la saggezza popolare: il pesce puzza dalla testa.»

Thomas sente il fratello irrigidirsi. Lui non riesce a distogliere lo sguardo dagli occhi di Di Paola, magnetici e crudeli al tempo stesso, dietro ai quali sembrano muoversi degli ingranaggi.

«Perché penso che se una squadra non funziona vuol dire che l’allenatore non ha i coglioni per farla funzionare. Vi faccio una domanda: quante volte avete visto delle puttane a casa mia?»

I due esitano, si guardano; i toni stanno salendo, e d’un tratto Daniel risponde con una voce strozzata, quasi in falsetto: «Mai.»

«E bravo, Coglione Uno. E sai perché? Perché le puttane disturbano gli affari. Si finisce per pensare solo a quello e diventa un problema. E mi pare che tu abbia proprio quel problema.»

Daniel sorride.

Scelta sbagliata.

«Che cazzo ridi? Se ti scopi quelle che mandi a spacciare, quando sarà il momento di riempirle di botte perché non vendono non avrai le palle per farlo.



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